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Costruzioni e infrastrutture. Il futuro è in Africa.

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Urbanizzazione e crescita demografica stanno creando grandi opportunità di business, sopratutto per le infrastrutture. Il report della società PwC


Da qui ai prossimi decenni, l’intero globo sarà soggetto a fenomeni di crescenteurbanizzazione. Ma l’Africa sarà uno dei paesi che verranno maggiormente ‘colpiti’. E che sopratutto assisterà ad un processo di rigenerazione e trasformazione in modo particolarmente rilevante. A sostenerlo è uno studio (IN ALLEGATO) pubblicato dalla società di consulenza internazionale PwC, che analizza il trend evolutivo del continente africano, identificandolo come l’area su cui si investirà maggiormente, da un punto di vista economico, tecnologico, immobiliare e infrastrutturale, e su cui, quindi, bisognerà ‘tenere gli occhi puntati’. Obiettivo del report è infatti quello di offrire ad investitori e policymaker uno strumento per interpretare le tendenze in atto e per indirizzare in modo corretto decisioni ed azioni.


L’Africa, spiega Isle French, responsabile del settore Real Estate per PwC Africa, sta vivendo una fase di grande cambiamento, dettata anche da un miglioramento delle condizioni economiche e a una maggiore stabilità politica. L’accelerato processo di inurbazione, unito alla crescita demografica, sta creando, e creerà sempre più, grandi opportunità di business, sopratutto da un punto di vista immobiliare ed infrastrutturale.


La Banca Mondiale ha stimato che l’area sub-sahariana avrebbe bisogno di investimenti infrastrutturali pari a circa 100mld all’anno, sebbene attualmente se ne investa meno della metà. Ma il trend cambierà, perché le città africane non potranno mantenere gli attuali livelli di crescita senza un ampliamento e un miglioramento delle reti infrastrutturali. Poter contare su un sistema infrastrutturale efficiente, come è ben noto, è un requisito imprescindibile per rendere la vita in città semplice e sostenibile. 

Africa, un pullulare di progetti avviati e in cantiere

Da un po’ di anni a questa parte, l’Africa è protagonista di una serie di progetti di ammodernamento e innovazione. 
Nel 2012 a Casablanca sono stati inagurati il più grande centro commerciale africano e una rete tranviaria.  A Tangeri è stata realizzata una nuova stazione ferroviaria ad alta velocità, che verrà ufficialmente inaugurata nel corso del 2015. 
Un grande business park, chiamato ‘Tunisia Economic city’  è in fase di realizzazione a 100 km da Tunisi e, stando al progetto, diventerà un punto di riferimento per il settore turistico, culturale e commerciale dell’intera regione. 

Ad Abidjan si sta progettando un nuovo aeroporto, una nuova Università e un terzo ponte. Un altro aeroporto  è in corso di realizzazione anche a Dakar, che, tra le altre iniziative, ha anche lanciato il CTIC Dakar, il primo polo di ricerca e sviluppo su ICT e tecnologie mobile dell’Africa occidentale. 
Infine, Algeri, che sta puntando molto sul sistema dei trasporti pubblici ed è protagonista di un progetto di sviluppo di una rete metropolitana (al momento sono due le linee operative) e di un sistema tranviario. 

Metropolitana di Algeri

Le attuali carenze: i settori su cui puntare
Sebbene il panorama sia in forte fermento, c’è ancora molto da fare. Esistono tutt’ora, ribadisce il report, ostacoli da superare, strategie da mettere in atto e settori da investigare. Quali? 

Collegamenti via fiume. L’impossibilità di accedere ad alcuni centri urbani o distretti aziendali attraversando i (numerosi) corsi d’acqua è un limite che andrebbe superato, perché di fatto è una delle maggiori cause della congestione del traffico. Sebbene Lagos, ad esempio, abbia tre ponti, questi non sono sufficienti a gestire il traffico di persone che devono raggiungere l’aeroporto: i tempi di percorrenza, nelle giornate ‘sbagliate’, possono passare da 20 minuti a tre ore. 
Centri urbani intasati. Gran parte della congestione che si crea nei centri urbani è dettata da una carenza a livello di gestione dei percorsi stradali. Nella maggior parte dei casi, ad esempio, per percorrere lunghi tratti si è costretti a passare per i centri urbani, come avviene a Doula e Nairobi, peggiorando di gran lunga una situazione già difficile in termini di traffico. 
Infrastrutture ferroviarie. Per rispondere ai problemi di congestione stradale e per consentire, sopratutto ai pendolari, una viabilità efficiente, la realizzazioni di infrastrutture ferroviarie è di primaria importanza. Le ferrovie, però, sono costose, da costruire e mantenere. L’Africa finora non vi  ha investito molto ma, così come sta avvenendo a  Johannesburg e Lagos, il trend dovrà cambiare.

Autostrade. In Africa le autostrade interurbane scarseggiano. E’ vero che ci sono due grandi progetti in corso (la strada a pedaggio di Accra-Kumasi in Ghana e, il collegamento Nairobi-Mombasa in Kenya), ma altrettanti restano ‘sul tavolo’ in attesa di pianificazione e finanziamenti. I progetti di partenariato pubblico-privato sono particolarmente difficili da avviare in territorio africano, per via della mancanza di fondi e per la ‘titubanza’ di investitori occidentali, preoccupati dall’alto rischio degli investimenti. 

Energia.  Senza energia, si possono fare pochi passi in avanti. E in questo senso l’Africa è ancora piuttosto indietro. Secondo dati recenti, l’Africa sub-sahariana genera meno elettricità rispetto a un paese nettamente più piccolo come la Spagna. Il risultato è che, anche in zone popolose, talvolta l’allacciamento alla rete elettrica è garantito soltanto per un 63% della giornata. Da questo punto di vista, c’è molto da fare e da investire. 

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