Occupazioni degli immobili pubblici: importanti provvedimenti del Campidoglio. Un contenimento alla delibera regionale che ha reso requisito utile per l’accesso all’edilizia residenziale pubblica l’occupazione di un immoblile.
Abbiamo vivamente criticato, nelle scorse settimane, la delibera regionale che ha legalizzato di fatto le occupazioni degli immobili pubblici equiparando gli occupanti organizzati dai movimenti della nostra città a coloro che da anni hanno fatto richiesta di casa, in possesso di tutti i requisiti richiesti dal comune di Roma e dalla stessa regione e che sono in attesa di veder rispettato il proprio diritto anche da più di dieci anni.
Ieri il Comune di Roma ha preso delle importanti decisioni proprio su questa partita.
Per prima cosa è stato deciso di non consentire nuove occupazioni.
In una città nella quale ai movimenti è stato permesso di occupare cento e passa immobili, pubblici e privati, di mutilizzare la violenza come arma di ricatto, questo è un , importante passo per un nuovo rispetto della legalità.
Ancora più importante è la seconda decisione che il presa dal Comune.
Si darà attuazione alla delibera comunale numero 50 del Campidoglio, che è stata ferma da due anni e che è stata firmata ieri dal subcommissario Clara Vaccaro: con questo atto si dà attuazione alla recente delibera regionale ma si recepiscono nello stesso tempo le vecchie delibere del Campidoglio, da quella del 2007 a quella del 2012.
La precisazione sulle vecchie norme è decisiva: la quota riservata in queste delibere stabilisce che le quote per gli occupanti per i futuri alloggi Erp non andranno ad erodere né le graduatorie Erp né il diritto di chi vive nei Caat ( i vecchi residences) .
Finalmente viene ripristinato il rispetto per i cittadini che si sono attenuti alle leggi ed alle regole emanato per poter avere un alloggio popolare.
Agli occupanti sarà destinata una «riserva» degli alloggi Erp (che la Regione metterà a disposizione del Comune insieme a 157 milioni destinati a nuove abitazioni) alla quale si potrà accedere solamente attraverso un bando speciale che porrà precise condizioni, a cominciare dal dover dimostrare la residenza nell’alloggio occupato almeno dal 31 dicembre 2013 insieme agli altri requisiti.
Nessuno scavalcherà chi ha diritto ad una casa popolare ed è inserito nella graduatoria: questo è l’impegno preso dal comune di Roma.
Era ora.
Non possiamo che plaudire alle decisioni prese dal subcommissario Vaccaro e dal dipartimento delle politiche abitative e augurarci che il rispetto della legalità diventi anche per il futuro, anche per la classe politica, scelta strutturale del nostro comune e della nostra regione: ridurre gli ambiti della “cosiddetta” emergenza abitativa, spesso creata ad hoc per interessi di parte, non farà che accrescere i diritti di chi ha veramente bisogno e diritto ad una casa popolare.