L’OMS ha rivisto al rialzo la valutazione sulla pericolosità dell’inquinamento atmosferico. Ristrutturazione edifici e combinazione trasporto pubblico-bici ridurrebbero in modo permanente le emissioni e potrebbero essere finanziati abolendo i sussidi statali alle fonti fossili. Un articolo curato dal prof. Lorenzo Pagliano del Dip.to Energia del Politecnico di Milano.
Secondo il rapporto 2014 della Agenzia Europea per l’Ambiente (AEA) a livello Europeo le fonti di inquinamento dell’aria da particolato primario sono nell’ordine, per quantità emesse: edifici (residenziali e commerciali), industria e trasporti.
Le emissioni primarie di particolato (Particulate Matter o PM) da edifici sono da due a tre volte maggiori di quelle da trasporti. Il rapporto conclude che “le combustioni nelle residenze dominano le emissioni di PM10 e PM2,5 primari, e dal 2003 hanno aumentato le loro emissioni del 13 e 11% rispettivamente”.
Inoltre le emissioni di particolato dovute ai veicoli sono solo in parte dovute alle emissioni dallo scappamento, in ampia parte, e crescente, sono dovute all’abrasione di copertoni, freni e manto stradale.
L’Agenzia Europea per l’Ambiente stima che al 2009 le emissioni “non da scappamento” fossero equivalenti al 22% del PM2,5 e 50% del PM10 dovuti agli scarichi. Lo stesso rapporto sottolinea che anche se si azzerassero le emissioni dai tubi di scappamento il traffico continuerebbe a contribuire alle emissioni di PM (attraverso usura dei pneumatici, freni e manto stradale), citando Dahl et al., 2006; Kumar et al., 2013. Alcuni ricercatori stimano che al 2020 il 90% delle emissioni totali di PM10 da traffico saranno generate da fonti diverse dai tubi di scappamento (Rexeis and Hausberger, 2009).
L’Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS) nel rapporto 2014 conclude che è importante rivedere le linee guida del 2005 perché gli studi recenti mostrano associazione tra PM e mortalità a livelli molto inferiori a quelli assunti nelle linee guida annuali per l’esposizione a PM 2,5 (cioè 10 μg/m3)
Da questi dati si possono trarre le seguenti linee di intervento prioritarie:
Come finanziare le azioni necessarie?
Un rapporto pubblicato dal Fondo Monetario Internazionale nel 2015 conclude che i sussidi alle fonti di energia fossili (in forma di sussidi diretti e di mancata imputazione dei costi sanitari a queste fonti) ammontano al 6,5 % del prodotto lordo mondiale. FMI afferma che l’eliminazione di questi sussidi produrrebbe benefici “potenzialmente enormi”: “Eliminare I sussidi post-tassazione nel 2015 potrebbe aumentare gli introiti dei governi di 2.900 miliardi di dollari (3,6% del prodotto lordo mondiale), ridurre le emissioni di CO2 di oltre il 20%, e dimezzare le morti premature dovute a inquinamento dell’aria”.
Il Presidente della Repubblica Mattarella ha autorevolmente ricordato nel discoro di fine anno lo studio di Confindustria, secondo il quale l’evasione fiscale in Italia rappresenta il 7,5% del PIL (122 miliardi di €/anno). Per confronto si consideri il piano di ristrutturazione energetica profonda di tutti gli edifici del paese entro il 2050 che è parte del “Concetto Energetico” della Germania. Secondo le stime dell’Università di Berlino l’investimento per promuovere la ristrutturazione profonda del 2% degli edifici ogni anno con un finanziamento a fondo perduto di parte dell’extra costo oscillerà tra i 5 e 8 miliardi di euro/anno. Si tratta di un prolungamento e rafforzamento del decennale programma di incentivi e prestiti a basso interesse realizzato attraverso la banca pubblica KfW.
L’articolo integrale di Lorenzo Pagliano può essere letto sul sito del Gruppo eERG(pdf): contiene un dettaglio su fonti inquinamento, effetti sanitari, stima FMI dei sussidi all’energia, lista di fonti, link ad articoli e rapporti.
Nella foto in alto a sinistra edificio ex posta di Bolzano: ristrutturazione con notevole miglioramento termico dell’involucro edilizio (pareti, finestre) e miglioramento del comfort (progetto Arch. M. Tribus)