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Le grandi cospirazioni hanno le gambe corte. Impossibile non scoprirle, troppe persone coinvolte

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Le grandi cospirazioni hanno le gambe corte. Impossibile non scoprirle, troppe persone coinvolte.

Demolite con un’equazione le teorie ecoscettiche e anti-scientifiche sui complotti.

Robert Grimes, un fisico britannico dell’università di Oxford che lavora nella ricerca sul cancro,  ha pubblicato o su PlosOne lo studio “On the Viability of Conspiratorial Beliefs”  che probabilmente lo farà diventare la bestia nera di tutti i complottisti anti-scientifici e di tutti gli ecoscettici che affollano Facebook, Twitter e gli altri social network. Grimes ha formulato un’equazione che rivela quanto a lungo può essere mantenuto un segreto in base al  numero di persone che ne sono a conoscenza, dimostrando così che non avrebbero mai potuto essere tenuti nascosti presunti segreti cospirativi come i falsi sbarchi sulla Luna o il complotto scientifico sul cambiamento climatico, che implicherebbero un progetto di falsificazione condiviso da centinaia di migliaia di persone.

Grimes è rimasto impressionato da quante siano ormai le persone che credono che alcune grandi conquiste e scoperte scientifiche siano in realtà falsi segretamente manipolati da alcuni gruppi di potere e organizzazioni clandestine  e che, anche di fronte alla manifesta falsità, alla mancanza di prove di un qualsiasi complotto, l’accettazione della teoria della cospirazione da parte dell’opinione pubblica resti alta. Secondo il ricercatore britannico, «Gli sforzi per convincere l’opinione pubblica  della validità dei risultati medici e scientifici possono essere ostacolati da queste narrazioni, che possono creare l’impressione del dubbio o del disaccordo in aree in cui la scienza è ben consolidata». Al contrario, esistono esempi storici di cospirazioni certe ma per le quali può essere difficile, per le persone comuni, distinguere tra affermazioni ragionevoli e dubbie.

Il modello matematico di Grimes è semplice: si basa sulla probabilità che un complotto venga scoperto perché qualcuno rivela cosa sta succedendo o commette un errore, ma la formula tiene conto di molti  fattori: da quanti sono i partecipanti alla congiura, al tempo richiesto per attuare la cospirazione, fino al rischio – come può accadere per alcuni complotti che vanno per la maggiore sul web –  che i complottisti scompaiano tutti per vecchiaia. L’equazione è comunque un “best case scenario” per cospiratori perché presuppone ottimisticamente che cospiratori siano bravi a mantenere i segreti e che non ci siano indagini esterne al loro gruppo di adepti e complici.

Grimes sottolinea che «Di solito queste teorie del complotto si respingono a priori e non si bada ai loro sostenitori, ma io ho voluto seguire l’approccio opposto, e vedere se e come sarebbero possibili le cospirazioni. Così, ho preso in considerazione il requisito essenziale per un buon complotto, il segreto». Per farlo Grimes si è basato sui dati  di tre complotti veri  che sono stati scoperti. Il primo è stato il  progetto Prism della National Security Agency Usa, nel quale erano coinvolte 36.000 persone e che è stato  reso noto da  Edward Snowden, dopo circa 6 anni.

Il secondo è il test sulla sifilide di Tuskegee, durante il quale la penicillina non è stata volutamente data ai pazienti afro-americani. L’esperimento avrebbe coinvolto fino a 6.700 persone e il l dottor Peter Buxtun ha denunciato tutto dopo circa 25 anni.

Il terzo era uno scandalo dell’FBI: il dottor Frederic Whitehurst denunciò che i metodi utilizzati dell’agenzia per le sue analisi forensi erano  antiscientifiche e fuorvianti e che questo aveva portato all’arresto e addirittura alla condanna a morte di persone innocenti.  Grimes stima che fossero coinvolte al massimo 500 persone e lo scandalo è venuto alla luce dopo circa 6 anni.

Grimes sa bene che «Le teorie del complotto che postulano una subdola azione nefasta da parte degli  scienziati sono onnipresenti» e quindi si occupa in particolare di quattro presunti complotti ai quali i gruppi anti-scientifici sono molto affezionati:

1. la cospirazione dell’allunaggio della NASA: Il successo della missione Apollo 11, che nel 1969 portò il primo uomo sulla Luna, è messo in dubbio da molti complottisti che sono convinti che non ci sia mai stato nessun allunaggio e che si tratti di una bufala cinemetografica nemmeno tanto ben congegnata. Nel 2013 la pensava così il 7% degli statunitensi. Alla base di questa convinzione ci sono le foto scattate sulla superficie lunare, che sarebbero dei falsi, anche se questa convinzione è stata ampiamente smentita.

2. La cospirazione del Cambiamento climatico. Il negazionismo climatico è forse quello che ha una maggiore dimensione politica: «Nonostante la schiacciante forza delle prove a sostegno del consenso scientifico del riscaldamento globale antropogenico – si legge nello studio – ci sono molti che rifiutano questo consenso. Tra questi, molti sostengono che il cambiamento climatico è una bufala messa in scena da scienziati e ambientalisti, apparentemente per produrre reddito per la ricerca». Queste convinzioni sono state completamente annullate dalla mancanza di prove, eppure restano popolari, anche grazie alle campagne di una parte dei media che, quando va bene, mettono sullo stesso piano il negazionismo senza basi scientifiche e la scienza climatica.

3. La cospirazione della vaccinazione. Secondo Grimes le teorie cospirazionistiche sono endemiche nel  movimento anti-vaccinazione:  circa il  20% degli americani è convinto che ci sia un legame tra autismo e il vaccino MMR, una convinzione che ha portato ad una forte diminuzione di vaccinazioni importanti in diversi Paesi, Italia compresa. Le convinzioni anti-vaccinazioni e l’allarmismo sono esplosi con Internet, che pullula di siti e pagine che, secondo il ricercatore, diffondono informazioni errate, seminando il panico e  facendo così riemergere malattie come il morbillo.

4. La cospirazione della cura del cancro. Si basa sulla convinzione che la cura per il cancro esista già ma che sia tenuta nascosta per tutelare interessi di parte. Grimes dice che  «Viene spesso utilizzata come un deus ex machina universale da coloro che spingono una presunta cura alternativa, e l’affermazione delle teoria del complotto funziona come dispositivo esplicativo per spiegare la scarsità dell’evidenza clinica di tali credenze. Tali affermazioni possono essere dannose  per i pazienti, alcuni dei quali abbandonano il trattamento convenzionale per le elevate promesse, ma infondate, della medicina alternativa».

Per quanti riguarda la presunta cospirazione dell’allunaggio della NASA, avrebbe richiesto la partecipazione al complotto di 411.000 persone, cosa che la avrebbe fatta scoprire entro 3 anni 8 mesi. Il presunto complotto delle vaccinazioni inutili, limitandosi alla sola Organizzazione mondiale della sanità e alle agenzie sanitarie statunitensi, richiederebbe la complicità di  22.000 persone, ma la cifra sale a 736.000 persone se, come dicono molti anti-vaccini, la cospirazione includesse le compagnie e farmaceutiche. In questo caso il segreto resisterebbe solo per 3 anni e 2 mesi. Invece la cospirazione contro la cura sul cancro da  parte delle grandi case farmaceutiche e della lobby medica sarebbe stata svelata entro 3 anni e 3 mesi. Per concludere in bellezza, la cospirazione ambientalista/scientifica sul cambiamento climatico sarebbe potuto durare 3 anni e 9 mesi, ma il problema degli ecoscettici è che le prove del cambiamento climatico di origine antropica  invece di diminuire sono aumentate e che il global warming è purtroppo diventato realtà quotidiana. E allora non resta altro che la teoria del complotto.

Grimes ha inoltre calcolato il numero massimo di congiurati che potrebbero partecipare a un complotto riuscendo a mantenere il segreto per almeno 5 anni: non più di 2.521. Mentre per tenere segreto un complotto per  10 anni  bisognerebbe che i congiurati fossero  meno di 1.000. Se poi una cospirazione dovesse durare almeno 100 anni i cospiratori dovrebbero essere al massimo 125, ma alla fine sarebbero tutti morti.

Grimes conclude: «Spero che mostrando quanto siano improbabili certi presunti complotti, alcuni dei loro sostenitori riconsiderino le proprie convinzioni. Ma questo, naturalmente, non convincerà tutti; ci sono ampie prove che la credenza nei complotti è spesso più ideologica che razionale».

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