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Non paga le tasse, Equitalia pignora la pensione della figlia disabile

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Accade a Bergamo a una donna di 57 anni: non va bene il bar che gestisce dal 2008 e negli ultimi tre anni accumula un debito di 78 mila euro. “Pagavo le cambiali ma non le tasse, ho sbagliato. Ma non può pagare mia figlia: le hanno scippato tre mensilità, perché il conto è cointestato. Ma ora l’Inps verserà l’importo alla posta: quei soldi sono di Roberta”

 Equitalia sta scippando la pensione d’invalidità di mia figlia. Ma lei non deve pagare per le difficoltà della sua famiglia. E io sto facendo di tutto per fermare quest’ingiustizia”. Giovanna Fornoni, 57 anni, non ha avuto fortuna con il bar che ha preso in gestione nel 2008, nonostante l’esperienza non le manchi: per 15 anni ha gestito uno spazio ristoro in una scuola, poi il bar di un circolo Arci, finché ha deciso di acquistare questa nuova licenza, prendendo per la prima volta anche i tabacchi. Inizialmente è andata bene, poi è iniziata la discesa, inesorabile. “La crisi è un problema comune, mi sto accorgendo che tante attività, qui in città, dopo l’estate non hanno riaperto la saracinesche. E quando sono iniziate le difficoltà, ho fatto degli errori – ammette –. Per pagare le cambiali a chi mi aveva venduto l’attività, ho trascurato le tasse e in tre anni ho accumulato un debito di 78 mila euro. Ho la casa ipotecata ed Equitalia mi ha già pignorato il conto corrente personale e quello dell’attività, quest’ultimo peraltro in rosso di 5 mila euro. Ma poi ha messo le mani sulla pensione di mio figlia, prelevandomi tre mensilità consecutive. E non ho potuto né voluto tollerarlo: è un’ingiustizia, nonché un illecito. Ho scritto alla stampa per denunciare. Equitalia deve rispettare la legge, proprio come tutti noi. Per questo ho deciso di non firmare la rateizzazione del debito finché quei soldi non saranno restituiti a mia figlia”.

La pensione di Roberta, 26 anni e una disabilità psico-cognitiva che la rende del tutto non autosufficiente, ammonta a 798 euro al mese: “l’Inps li versa sul conto cointestato a me e lei, per questo Equitalia ha potuto metterci le mani. Se avesse avuto un suo conto personale, non sarebbe potuto accadere, ma la banca non me l’ha permesso, perché mia figlia non ha un amministratore di sostegno. Un mio errore, anche questo, a cui porrò al più presto rimedio”. Intanto, Giovanna ha trovato il modo per salvaguardare comunque la pensione di sua figlia: “Ho chiesto all’Inps di mandarla per via postale: da ottobre sarà così ed Equitalia non potrà più prendersela”. Dubita invece, Giovanna, che servirà a qualcosa l’esposto indirizzato ad Equitalia: “Quando sono andata a contestare il pignoramento – ci racconta – mi sono scontrata come al solito con l’arroganza di tanti impiegati pubblici. Quando ho detto loro che non potevano rifarsi sulla pensione di mia figlia, mi hanno detto: ‘Fai un esposto’. E l’ho fatto subito, sotto i loro occhi. Ma sono certa che non servirà a nulla”.

Spera invece che le darà ragione il giudice, nell’udienza prevista per il 19 ottobre: “Secondo l’amico avvocato, che mi sta seguendo pro bono, imporrà ad Equitalia di restituirmi le tre mensilità della pensione”. Giovanna ha comunque ritenuto giusto denunciare ciò che le stava accadendo: “quello che è successo a noi probabilmente accade o accadrà anche ad altri. Ed è una cosa da impedire a tutti i costi, perché Equitalia non può applicare provvedimenti illeciti. Tutta questa storia – conclude Giovanna – mi ha fatto crescere dentro una grande rabbia, sto ridiventando rivoluzionaria come a 15 anni. Ma i diritti di mia figlia non si toccano: non è lei a dover pagare i miei debiti”. (cl)

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